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ico title sx Torna la mostra di Celeste allestita nella lavanderia Lavapiu di Teramo: quest'anno è "La cura" ico title dx

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Nel frattempo si va avanti con il progetto del nuovo teatro, alternativo al teatro comunale

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È stata presentata questa mattina La Cura, il terzo programma espositivo realizzato da Celeste con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Teramo e il contributo della Provincia. La lavanderia LAVAPIU diventerà sede di una nuova mostra in programma quest'estate, portando così avanti il progetto avviato post pandemia con lo scopo di produtrre interventi espositivi a Teramo durante le misure restrittive.

Nel frattempo va avanti il progetto del nuovo teatro, alternativo a quello comunale, che avrà spazi differenti. Va avanti anche l'organizzazione della nuova stagione teatrale.

Il comunicato della mostra: 

Celeste è un esperimento curatoriale portato avanti dagli artisti Alessandro Di Massimo e Claudia Petraroli, arricchito dal 2023 dalla partecipazione di Andrea Marinucci. Nasce nel 2021 con il desiderio di produrre interventi espositivi a Teramo, durante il periodo delle misure restrittive causate dalla pandemia. Celeste invita così alcuni artisti ad esporre nel locale di una lavanderia a gettoni alla Gammarana, in accordo con il suo proprietario, utilizzandone il nome come titolo per il programma di mostre.
Con LAVAPIU, Celeste ha riscontrato attenzione anche fuori dai confini regionali, comparendo su riviste di settore (Flash Art Italia, Exibart), e piattaforme online (Salgemma Project, Phroom Magazine). Nel 2023 Celeste è stato invitato a partecipare a talk e conferenze in luoghi istituzionali come il MAXXI L'Aquila e l'Università di Teramo, e menzionato in quanto realtà significativa della Regione da Simone Ciglia e Silvano
Manganaro nell'ambito di Panorama L'Aquila, mostra diffusa itinerante a cura di Cristiana Perrella.
La cura è il terzo programma espositivo realizzato da Celeste, realizzato con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Teramo e con il contributo della Provincia di Teramo.
Nel suo libro Filosofia della cura (Timeo, 2023) Boris Groys scrive che il lavoro di cura è di per sé improduttivo, in quanto non avviene una volta per tutte, non garantisce un mantenimento definitivo del suo scopo, non può evitare il deperimento e la morte. Dev'essere ripetuto cioè costantemente e quotidianamente: è perciò un processo che "resta sempre incompiuto, e per tanto non può che essere profondamente frustrante". Si tratta di una condizione universale, che interessa tutti gli individui, anche coloro apparentemente meno impegnati nel lavoro di cura, in quanto nessuno può prescindere almeno dalla cura di sé. La dimensione di frustrazione, insita nel lavoro sisifeo della cura, non scompare del tutto nemmeno quando ad essere messo al centro è ciò che davvero ci sta a cuore. Ed è proprio in questa polarità oscura e imprescindibile, all'interno di un processo di nutrimento e messa in valore, che si posiziona la terza stagione di LAVAPIU.
Le mostre in programma per questa estate da LAVAPIU sono quelle di Davide Sgambaro (1989, Padova), e Jonathan Monk (1969, UK). Parallelamente, il 4 maggio 2024 si terrà un evento intitolato How I Met Your Laundry. Dodici intermezzi performativi e una festa, da un'idea di Maurizio Coccia, docente della cattedra di Storia e Metodologia della Critica d'Arte presso l'Accademia di Belle Arti de L'Aquila. Concepito come una rassegna di interventi performativi diffusi per tutto il quartiere della Gammarana, How I Met Your Laundry prevede la partecipazione di dodici studenti e studentesse dell'Accademia impegnati in performance d'arte nello spazio pubblico adiacente la lavanderia. Nel 2023 sempre nell'ambito del programma La Cura sono state realizzate le esposizioni Heartbreaker: How to wash your tail and get rid of stains, di Alice Pilusi e Niccolò Pagni (7 ottobre / 7 dicembre 2023; The Odor of Box in the Heat: Lament on Containment and Capture, di Linn Phyllis Seeger curata da Ilaria Sponda (29 gennaio / 30 marzo 2024).
Davide Sgambaro è un artista italiano laureato presso l'Università IUAV di Venezia. È rappresentato dalla Galleria Alberta Pane (Venezia). Ha preso parte a numerose mostre collettive e personali in Italia e all'estero, tra cui Manifattura Tabacchi (Firenze), Istituto Italiano di Cultura di Colonia, Klemm's Gallery (Berlino), Museo di Palazzo Callicola Spoleto, Fondazione Stelline (Milano). Nel 2023 si è aggiudicato il grant della Pollock-Krasner Foundation (New York).
Jonathan Monk, artista concettuale di lungo corso, vive e lavora a Berlino. Inizia la sua carriera espositiva nel 1992 in Inghilterra. Da allora, il suo lavoro è stato esposto in tutto il mondo. Le sue opere sono parte di prestigiose collezioni pubbliche, come la Tate Britain di Londra, il Guggenheim Museum e il MOMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, la Collezione Pinault, il MART di Rovereto e molte altre. In realtà è rappresentato dalla Galleria Massimo Minini. Alessandro Di Massimo (Teramo 1983) si diploma in Scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Roma e per alcuni anni alterna periodi di lavoro tra la capitale e altre città europee. Nel 2013 si stabilisce ad Edimburgo fino al 2020, anno in cui si trasferisce a Teramo dove lavora come docente. Sempre nel 2020 fonda il progetto curatoriale Celeste dando inizio al programma espositivo LAVAPIU, una rassegna di arte contemporanea ospitata in una lavanderia a gettoni. Tra le mostre selezionate: Premio Francesco Fabbri per la fotografia contemporanea; Premio Premio Cramum presso Villa Bagatti Valsedo, Varedo; The Rise and Fall of Your Chosen Empire presso Ltd Ink Corporation, Edimburgo; Refraction presso 24hourswindow parte di Glasgow International; Whole World Working (W.W.W.)
presso Collective Gallery, Edimburgo.
Andrea Marinucci (Teramo 1995) vive e lavora tra Firenze e Pietrasanta. Dopo aver frequentato l'istituto d'arte di Castelli, indirizzo ceramica, ed essersi diplomato in scultura all'accademia de L'Aquila, si unisce al centro di sperimentazione di Chiara Camoni. Dal 2023 collabora con Celeste. Mostre selezionate: Panorama L'Aquila 2023, a cura di Cristiana Perella, Disco Tornio con il Centro di Sperimentazione di Chiara Camoni. Presenti, a cura di Maurizio Coccia, Mara Predicatori, Ugo Piccioni, Palazzo Lucarini Contemporary, Trevi (PG) 2023. Infulmine, a cura di Andrea Aquilanti e Graziano Menolascina, PRAC, Ponzano
Romano (RM) 2023. Performative 02, a cura di Elena Bellantoni e Silvano Manganaro, L'Aquila, (AQ) 2022. L'estetica del trauma, a cura di Monica Biancardi, Shazar Gallery Napoli 2022. Li Vediamo leri, a cura di Italo Zuffi, Hotel Canadian, L'Aquila (AQ) 2018.
Claudia Petraroli (Teramo, 1987) vive a lavora a Milano. Si laurea in storia dell'arte a La Sapienza di Roma e successivamente si specializza in Fotografia contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Il suo lavoro riflette sulle tematiche della precarietà, sull'impatto delle immagini nella società dei consumi e sui comportamenti collettivi. Nel 2020 partecipa alla fondazione di Celeste, progetto curatoriale nella periferia teramana. Tra le mostre selezionate: SWIT, curata da Stefano Conti e Luca Panaro, FG2, Gothenburg, (SW); L'altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018, curata da Raffaella Perna, Palazzo delle Esposizioni, Roma; Archivio visivo della pandemia, curata da Matteo Balduzzi e Matteo Piccioni, Triennale di Milano; Eyes on Tomorrow, Istituto Italiano di Cultura, Monaco di Baviera.

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