venerdì 17 maggio 2024     +39.347.3268683     redazione@iltrafiletto.it
Il Trafiletto notizie su Teramo e Abruzzo in tempo reale

ico title sx Valle Castellana ico title dx

A un passo da TE

Valle Castellana, comune in provincia di Teramo di appena 872 abitanti. Fa parte del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e dell’Unione dei Comuni Montani della Laga.

Piccolo territorio ma di grande interesse. Sul suolo del Comune è infatti possibile ammirare la Chiesa di San Vito risalente al XII secolo che sorse originariamente come monastero benedettino. Presenta il campanile a torre proprio al centro della facciata a capanna e negli anni trenta è stato costruito un piccolo edificio di pietra, legato alla Chiesa, che serviva per il ristoro dei pellegrini.

Chiesa di Santa Rufina, sempre del XII secolo. Essa possiede un impianto rettangolare a navata unica, con oblò al centro della facciata a capanna e portale ad arco a sesto acuto. Il campanile laterale è una torre con finestre bifore romaniche.

Chisa della SS. Annunziata di Stornazzano, Chiesa parrocchiale del paese. Costruitra nel XIII secolo anche se rimaneggiata nel XV secolo.

Infine la Chiesa di Sant’Antonio Abate del XIII secolo.

La parte civile è invece contraddistinta dal Borgo medievale di Valle Castellana, Le tre caciare e le diverse frazioni abbandonate o semiabbandonate come: Laturo, Lepora, Valle Pezzata, Valloni vecchio, Collegrato, Vallecchia.

Presente anche l’architettura militare col Castel Manfrino, edificato sui resti di un’antica fortezza romana tra il XII e il XIII secolo. Deve il suo nome a Manfredi di Svevia, figlio di Federico II. Il fortino servì come punto di osservazione ed avvistamento per controllare il tracciato della strada che risaliva dal versante sud della montagna dei Fiori e che dalla località di Civitella del Tronto giunge fino al monte da cui era possibile osservare il versante nord dove si trova la città di Ascoli Piceno.

L’altro edificio militare è il Castello Bonifaci di Vallenquina, inaugurato nel 1856. Voluto dal conte Pasquale Bonifaci e fatto realizzare da Gennaro della Monica.