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A un passo da TE

Tossicia, comune in provincia di Teramo di 1 241 abitanti.

Il nome, che può risultare particolare, ha origini incerte e si è aperto a diverse ipotesi interpretative:

Una prima via vuole che il termine deriverebbe dal barone Tosia di Ornano Grande a cui molti attribuiscono la fondazione del paese nel IX secolo.

Un’altra ipotesi afferma che il nome del borgo sia ricollegabile a “Turris Sicula”, una torre di grandi dimensioni che sovrasta la Valle Siciliana.

Un’altra strada invece rintraccia la derivazione da antroponimi latini quali: tossiasius, tussius e simili.

In alcuni documenti, quali mappe risalenti al Regno delle Due Sicilie, Tossicia è individuata col nome di "Toxicia". La radice tox, comune alla parola latina toxicum, ossia veleno, potrebbe avvalorare l'ipotesi che il nome derivi dalla presenza di numerosi serpenti che causavano fastidio agli abitanti.

Il piccolo paesino, di origini comunque antiche, presenta una sua storia religiosa e civile, basti pensare alla Chiesa di Santa Sinforosa o di Santa Maria Assunta, l’edificio questo più antico di tutto il borgo. Consacrata nel 1438 e citata nell’Elenco degli edifici monumentali della provincia di Teramo, la Chiesa è dedicata a Santa Sinforosa, patrona di Tossicia. Nella parete della navata minore della struttura si trovano: l’Altare di Santa Sinforosa opera lignea che raffigura la martire tiburtina con i suoi sette figli. L’Altare del Santo Rosario, un manufatto ligneo, in stile barocco, dorato, sormontato dall'effigie del Padre Eterno benedicente. Nella porzione racchiusa tra le due colonnine tortili ospita una tela dipinta ad olio, del XVII secolo, che ritrae la Madonna del Rosario con in braccio il Bambino, circondati da Sant'Antonio da Padova, San Domenico e Santa Caterina. La tela è contornata da 15 riquadri che narrano scene di vita della Vergine e Gesù.

Vi è poi l’Altare ligneo policromo dorato con due colonnine tortili. Nelle nicchie centrali vi sono le statue dei santi Pietro e Paolo, nella porzione superiore il Cristo Risorto con la bandiera

L’ Altare in pietra infine, datato 1587, con nicchia centrale che termina con una conchiglia. Nell'interpretazione allegorica e iconografica della fede cristiana la conchiglia diventa espressione di immortalità e resurrezione. Il simbolo è ricollegabile anche all'uso che ne facevano i pellegrini del cammino di Compostela ed in questo ambito può essere letto come il simulacro di una confraternita che aveva cura e dava ricovero ai viandanti.

All'interno della Chiesa, nella nicchia protetta da un vetro, è stata custodita, per lunghi anni, la statua lignea della Madonna della Provvidenza di Tossicia, chiamata anche Madonna sdraiata.

Cappella della Madonna della neve o Cona di Santa Teresa. Questa piccola Chiesa si erge in contrada Vicenne e la costruzione risale ai primi anni del XVI secolo e attribuita al maestro Girolamo da Vicenza. Le sculture presenti nell’edificio sono invece riconducibili al maestro Silvestro dell’Aquila.

Per la parte civile ricordiamo il Museo di Tossicia o Museo delle genti del Gran Sasso al Palazzo Marchesale. In tale sito si può trovare la collezione che raccoglie oggetti, manufatti, utensili da lavoro, di uso domestico e di uso quotidiano realizzati di varie epoche delle genti del Gran Sasso. L'allestimento si suddivide in quattro sezioni dedicate rispettivamente agli oggetti e recipienti in rame, alla tessitura, al legno ed utensili artigianali per la lavorazione del grano.