È una delle ricorrenze più sentite dell’anno, capace di attraversare generazioni, culture e confessioni religiose: la Festa della Mamma, celebrata in Italia la seconda domenica di maggio, non è solo l’occasione per un mazzo di fiori o un biglietto affettuoso. Dietro questa giornata c’è una storia che intreccia tradizione, attivismo sociale e riconoscimento istituzionale.
Le origini antiche: dalla Grecia a Maria, madre di Gesù
Le prime tracce di un culto legato alla figura materna risalgono all’antichità. In Grecia, si onorava Rea, madre degli dèi dell’Olimpo, durante feste primaverili legate al ciclo della fertilità. Anche i Romani, con i riti della Matronalia, celebravano le madri, la maternità e il ruolo femminile nella famiglia.
Nel mondo cristiano, la figura di Maria, madre di Gesù, ha assunto per secoli un valore simbolico che ha accompagnato la vita liturgica. Ma è nel Novecento che la festa prende la forma laica e pubblica che conosciamo oggi.
La svolta americana. La Festa della Mamma moderna nasce negli Stati Uniti grazie all’impegno di una donna: Anna Jarvis, figlia di un’attivista pacifista e sanitaria durante la guerra civile americana. Nel 1908, tre anni dopo la morte della madre, Jarvis organizzò un memoriale a Grafton, in West Virginia, dando avvio a una campagna per istituire una giornata nazionale dedicata alle madri.
Il suo obiettivo era duplice: celebrare la figura materna e promuovere valori come la pace, la dedizione familiare, il sacrificio silenzioso. Nel 1914, il presidente Woodrow Wilson proclamò ufficialmente il “Mother’s Day” come festa nazionale, fissandolo alla seconda domenica di maggio.
Paradossalmente, Anna Jarvis si battè fino alla fine contro la commercializzazione della festa, arrivando a denunciarne la strumentalizzazione da parte dell’industria dei regali e dei fiori. Morì senza figli, in una casa di cura, delusa dal destino consumistico della sua creatura.
L’arrivo in Italia: tra religione e società
In Italia, la ricorrenza si è affermata in modo formale nel secondo dopoguerra. Le prime celebrazioni moderne risalgono al 1956 a Bordighera, in Liguria, su iniziativa del senatore e sindaco Raul Zaccari, che propose la giornata come occasione per onorare “la maternità in tutte le sue forme”.
Negli anni successivi, anche il mondo cattolico sostenne la festa, collegandola al culto mariano del mese di maggio. La data venne inizialmente fissata all’8 maggio, poi spostata — come negli USA — alla seconda domenica del mese per favorire la partecipazione popolare e scolastica.
Una giornata universale, ma non uguale ovunque
Oggi la Festa della Mamma viene celebrata in oltre 70 Paesi, anche se con date e modalità differenti. In Regno Unito, ad esempio, coincide con la quarta domenica di Quaresima, "Mothering Sunday", mentre in Russia è legata al calendario delle celebrazioni femminili, e in Thailandia si tiene il 12 agosto, in onore della nascita della regina Sirikit.
Mamme tra idealizzazione e realtà sociale
Se da un lato la Festa della Mamma continua a rappresentare un momento di tenerezza collettiva, dall’altro mette sotto i riflettori anche i temi attuali legati alla condizione delle madri: la conciliazione tra lavoro e cura, le disparità retributive, la mancanza di sostegni strutturali alla genitorialità.
La ricorrenza, dunque, non è solo un momento spensierato ma anche un’occasione per interrogarsi su come la società supporta la maternità reale, quella della quotidinità.
Daniele Piersanti