Si parla di una bonifica per 500 metri di circonferenza dal sito incendiato
Non c'è rimasto nulla della copertura in eternit del capannone andato a fuoco in un sito produttivo di solventi a Scerne di Pineto. Una nube tossica che ha costretto cinque Sindaci a consigliare di non uscire di casa e la diretta chiusura delle scuole pubbliche. Altro problema è l'amianto. La zona sarà controllata e verificata dai tecnici dell'Arta e dell'Asl di Teramo.
Si parla di una bonifica per 500 metri di circonferenza dal sito incendiato.
Vi ricordiamo che queste fibre piccolissime sono condizionate dagli eventi atmosferici. Possono essere trasportate dal vento o trascinate delle acque piovane. Sono estremamente resistenti e non vengono degradate da altri composti che possono essere presenti nell'atmosfera; per questi motivi, una volta liberate nell'ambiente, vi possono permanere per decenni. Nel caso dell'incendio le lastre di eternit (cemento-amianto), se interessate dal fuoco, tendono a disgregarsi rendendo più cospicua l'emissione nell'aria delle fibre di amianto che, in condizioni ottimali, sono invece intrappolate nel cemento e sono innocue. Una tecnica fondamentale è l'adozione di sistemi di controllo della polvere, che comprendono l'uso di acqua nebulizzata o gel per abbattere le particelle nell'aria. Questi sistemi, combinati con le misure preventive standard, contribuiscono a garantire un ambiente di lavoro più sicuro durante la bonifica. Vi ricordiamo che respirare le fibre dell'amianto possono causare nel tempo malattie quali asbestosi, mesotelioma e altre forme di cancro.
L'azione dell'Arta e dell'Asl deve immediatamente essere seguita da una rapida e professionale bonifica.
G.F.